Quando l’arte visiva entra nell’alta cucina, si sofferma su un elemento che, da molti secoli, non è mai considerato un indumento di tale importanza per diventare un oggetto di culto.
Al contrario, Stefania Alba, una delle Donne Inquiete che, con tenacia, hanno conquistato una serie di luoghi espositivi a Trieste dove incidere la loro arte, ha dato forma e design, senso ironico e qualità di alta sartoria a un relitto di altri tempi, al grembiule. Insieme ad Andrea Mancini, artista e illustratore fiorentino, con cui Stefania Alba lavora in tandem nella loro Galleria a Firenze, la designer ha progettato una serie innovativa di grembiuli in materiali selezionati come la canapa e la juta che fungono da tela per le stampe dei dipinti di Mancini.
L’installazione – frutto di una simbiosi riuscita tra design e pittura – è ambientata all’Arcoriccardo Ristorante nella zona archeologica di Trieste, di fronte al monumento unanime in Piazzetta Barbacan, ai piedi del colle di San Giusto. L’Arco che risale al periodo romano, rappresentava il punto di accesso alla cittadina allora attorniata dalle mura. Tale atmosfera, soprattutto la trasparenza del suolo archeologico in una parte del ristorante, viene incontro al concetto dei due designer di riunire rigorosamente la classicità e il contemporaneo nelle loro produzioni.
Proprio li avviene la messa in scena dei grembiuli che popolano la parete di una sala all’interno in perfetta asimmetria. I sette grembiuli-manichini riportano, su pancioni imbottiti, i motivi ricorrenti delle opere di Andrea Mancini, con tematiche differenti come le pile di libri, i pneumatici, le tastiere dei pianoforti, oppure il 100 % Recycling. Allo stesso tempo questi grembiuli celano delle riflessioni scomode sul ruolo della donna nella memoria grembiulesca. Tramandano il fatto che non tanto tempo fa le donne racchiudevano, tra le pieghe del grembiule, tutta la loro vita, le loro sofferenze e le loro rinunce.
Tenevano cosi la propria femminilità al riparo da sguardi indiscreti. In realtà il grembiule fungeva da codice linguistico: era un modo di comunicare laddove le parole venivano censurate, gli atteggiamenti limitati, l’espressione del sé impedita. Il grembiule rassomigliava quindi ad uno scudo in grado di proteggere e conferire forza alle donne.
Stefania Alba parte dalla rivisitazione del modello tradizionale del grembiule, indagando la sua valenza socio-culturale nel contemporaneo. Non le sfugge il paradigma del grembiule storico, e attratta dalle contaminazioni, tenta delle strade alternative. Dalla sperimentazione emerge la sorprendente continuità di uno strumento di meta-comunicazione che offre letture trasversali del grembiule e nuova conoscenza oltre i confini della sua quotidiana utilità.
E cosi, attraverso i riferimenti alla pittura di Andrea Mancini, nasce un grembiule nobilitato che, con l’utilizzo di tecniche avanzate, trasforma il tessuto ricamato di allora in un oggetto di design, conforme ai canoni ricercati della produzione artigianale toscana e in edizione limitata.
Ma non bisogna trascurare un altro aspetto: oltre alla morfologia e ai materiali utilizzati, il grembiule cambia anche i registri della narrazione. Il mondo dipinto di Andrea Mancini è una curiosa accumulazione di oggetti messi in serie. Questi elementi stampati sul grembiule dialogano con chi li indossa tramite l’invito a cedere alla sinestesia: l’immagine intriga l’occhio, il tessuto seduce il tatto, il messaggio raggiunge la mente, talvolta anche il cuore. Indossare questo genere di grembiule artistico vuol dire aprirsi a priori ad una passeggiata in dimensioni incrociate tra la storia e l’etnologia, l’arte, il design e la cucina.
Ci vuole fantasia e quella dose salutare di inquietudine che il proprietario di Arcoriccardo Ristorante, Luca Gioiello, ha tradotto in un menu composto di svariate pietanze che raccontano l’inquietudine creativa attraverso le gradazioni dell’intensità dei sapori.
Beth Vermeer, 2015.
In occasione di Donne Inquiete – Un percorso urbano di arte contemporanea Esposizioni e installazioni diffuse per la Città di Trieste, a partire dal 25 Aprile
GREMBIULE
Di Marisa Tumicelli
Sono veste con giusta misura tela che traccia legami
cinge il corpo
sto con le cose di casa
nel sempre di ogni giorno, nel tempo del lavoro
ti adorno d’arte
fantasia colore
indossami
di te farò bellezza…..
IL GREMBIULE
Alda Merini Fiore di poesia 1951-1997
Mia madre invece aveva un vecchio grembiule per la festa e il lavoro, a lui si consolava vivendo. In quel grembiule noi trovammo ristoro
fu dato agli straccivendoli dopo la morte, ma un barbone riconoscendone la maternità ne fece un molle cuscino per le sue esequie vive.
IL GREMBIULE
Lorenzo Mullon
Da quando ti ho vista
pucciare il pane nel piatto
per tirare su le briciole
persino le formiche nella dispensa mi commuovono.