Stefania Alba e Andrea Mancini sono lieti di presentare le opere di Cinzia Fiaschi per “Elena Di Euripide: il mito della bellezza. Dipinta”, tele e litografie da collezione, a cura di Elisa Favilli. Galleria 166Arte, inaugurazione giovedì 28 maggio 2015, ore 18,30. Via Cavour 166A (Lato Piazza Libertà) Firenze. tel. 055 5389062 / 329 8126261
Elena di Troia è la summa, il pensiero più sublime del respiro che garantisce l’esistenza del genere femminile. È la contraddizione che si fa paradigma, lo strumento senza il quale Dio non potrebbe provare la sua esistenza. Zeus, infatti, la concepisce attraverso l’inganno, dietro la sinuosità di un cigno, tra le gambe della vendetta riparatrice di quella Nemesi, senza la quale la sua essenza una volta adulta non sarebbe stata il pretesto e al tempo stesso la fine per cui i mortali ne avrebbero implorato la sua clemenza per ottenere la pace. Contesa tra un DNA innaturale e un’educazione impeccabile e rassicurante ricevuta tra le braccia domestiche della regina Leda, Elena diventa l’ago della bilancia tra l’anima di colei che brama vendetta per la violenza subita e la donna che nella grazia domestica e nella cultura patriarcale, si sente grata nel ruolo di figlia, sposa, amante e madre. Bella sopra ogni limite estetico, Elena diventa arma di seduzione tra le mani di Afrodite che su di lei affina ogni strumento, piega sulle sue labbra le figure della retorica concedendole la lussuria di conquistare uomini o donne con il solo gesto di rivelare la sua presenza. Amata, odiata, maledetta, osannata, ripudiata trasformata persino nell’immagine riflessa della sua essenza, Elena proietta la sua immagine fuori dal suo tempo storico per diventare concetto, materia, parola, colore e suono per trasformarsi infine in nuovo linguaggio espressivo nell’interpretazione femminile che di lei ne da Cinzia Fiaschi nella sua visione Informale. Travisando la sua essenza materica di corpo e proiettandola oltre il limite cutaneo della sua superficie mortale, l’artista toscana, infatti, ferma sulla tela l’anima di colei che nei secoli si fa contemporanea nei volti di tutte le donne con la fugacità di una pennellata, il graffio di una matita o la grana scomposta di un carboncino. Mettendo a confronto parti della tragedia scritta da Euripide, in un viaggio tragicomico dove il paradosso diventa la chiave di volta dell’intera architettura metrica in cui la storia nega la sua memoria, Cinzia Fiaschi consegna al lettore nuovi percorsi visivi, intriganti spazi litografici, stanze intime dove Afrodite si specchia nella sua vanità mentre Nemesi sazia la sua vendetta muovendo scacco a Dio.
Elisa Favilli , Firenze 2015